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Tempo di ferie

La parola deriva dal termine “feriae”, che dal Medioevo indicava nel calendario ecclesiastico i giorni dedicati alla memoria di un santo in opposizione alla domenica, giorno del Signore; è divenuta così sinonimo di giorno non festivo, appunto feriale. È rimasta però una traccia del primitivo senso di “festa di un santo” nel plurale ferie come giorni di riposo che spettano ad un lavoratore (è senz’altro il significato più attraente!).

Per noi il tempo è diventato uniforme: non lo viviamo come fluire di processi vitali; si è consolidata l’esperienza del tempo come compito produttivo, e così si è creata la nuova categoria del “tempo libero” nel senso di “non occupato dal lavoro”. Oggi, con la possibilità di lavorare sempre e di essere sempre connessi, con opportunità ininterrotte di acquisto e di servizi, nascono nuovi paradossi: il lavoro diventa per molti tempo di una quasi forzata immobilità, mentre il riposo si riempie di attività e movimento frenetico; e magari è l’occasione per una corsa collettiva agli acquisti nei templi del consumo.

Nell’augurio di “buone ferie” che ci scambiamo, vogliamo dunque includere l’auspicio che sia tempo di sosta e di bellezza.

Maria Giovanna, clarissa