Ieri pomeriggio a Faenza non riuscivano a trovare un servizio per la nostra pattuglia, ormai verso sera siamo andati in giro a chiedere autonomamente. Abbiamo spalato qualche secchio in una casa per mezz’oretta, poi in un’altra di loro amici fatto una piccola catena umana per liberare dal fango dei garage.
C’erano i proprietari che lavoravano da tutto il giorno con un gruppo di volontari e noi avevamo quasi vergogna ad essere arrivati alle ultime secchiate di fango. Andandocene, dopo i ringraziamenti di rito, ho però dimenticato una pala e sono dovuto tornare a riprenderla pochi minuti dopo. In quel momento la signora di casa mi ha detto: «Non sappiamo come ringraziarvi, eravamo demoralizzati e volevamo mollare, ma il vostro arrivo ci ha dato nuova fiducia e vedere finalmente i garage liberi dal fango è stato bellissimo».
Da notare che queste persone hanno perso tutti i mobili e le cose di casa del primo e secondo piano, il loro giardino e i campi adiacenti sono ricoperti da mezzo metro di fango argilloso, ma hanno festeggiato con qualche bottiglia di vino e biscotti insieme ai tanti che li avevano aiutati. Giovani e adulti, insieme, amici e sconosciuti, tutti ugualmente sporchi di fango.
Michele Papi, frate cappuccino