“Poi venne la notte. Questa è l’immagine che Pietro ha del suo passato. Scese, senza furia, un tanto al giorno, una tenebra più fitta della morte.” Così scrive Daniele Mencarelli nel suo ultimo libro “Fame d’aria”, che come sempre, con profonda poesia e delicatezza tocca le corde dell’anima.
Tornano subito alla mente le parole di Francesco d’Assisi nella preghiera davanti al crocifisso di San Damiano “Alto e glorioso Dio illumina le tenebre de lo core mio” (FF 276) e penso che la dimensione delle tenebre sia connaturale all’essere umano. A volte non ce ne rendiamo conto perché non vogliamo vederle, altre volte invece sopraggiungono improvvisamente a causa di eventi esterni che stravolgono il nostro esistere.
In ogni caso non ci resta che viverle, chiedendo a Lui che possa aprirci uno spiraglio di luce per permetterci di andare avanti.
Monica Cardarelli, collaboratrice del Festival Francescano