A volte mi ritrovo a considerare il tempo passato e a fare memoria della mia storia di donna e di figlia di Dio. Quando penso alla mia storia personale, affettiva, mi scopro fragile e insicura e in quei momenti faccio mie le parole di Gilles, il protagonista maschile di Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt: «Voglio dire, io sono amato? Cioè sono amabile? Almeno questo: “amabile”? lo chiedo perché io non mi riconosco. Anzi, per quel che so, non sono neanche tanto sicuro di piacermi».
Per trovare delle risposte convincenti faccio memoria della mia storia con Dio e ritrovo tutte le situazioni in cui mi sono sentita amata e amabile, allora mi accetto così come Lui mi ha sognata.
E penso a Chiara, a come viene descritta nella Bolla di Canonizzazione, donna amabile e amata «dolcezza di bontà, fortezza di pazienza, mediatrice di pace e comunione d’amicizia: mite nelle parole, dolce nell’azione e in tutto amabile e gradita» (FF 3298).
Monica Cardarelli, collaboratrice del Festival Francescano