
Raffaele Cantone in dialogo con Paola Braggion.
Con il sostegno di BPER Banca
Capita che chi dovrebbe far rispettare le regole, infranga egli stesso le regole. Così, la società smette di sognare. Per questo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito la corruzione un “furto di futuro”. Ma essa si sconfigge anche con la conoscenza, come testimonia Raffaele Cantone, che è stato Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Relatori

Paola Braggion
MagistratoMagistrato e Componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha svolto inizialmente le funzioni di magistrato di sorveglianza a Cuneo. Poi, quale giudice penale, ha fatto esperienza a Como e a Milano.
Per quasi dieci anni si è occupata prevalentemente di “soggetti deboli” (maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali e reati colposi) per poi passare alla sezione che si occupa di reati contro la Pubblica Amministrazione.
Al di fuori dell’attività lavorativa è impegnata in campo sociale ed ecclesiale. È stata Ministra dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia.

Raffaele Cantone
MagistratoMagistrato e saggista, è stato sostituto procuratore a Napoli, dove nel 1999 è approdato alla Direzione distrettuale antimafia. Per quattro legislature consulente della Commissione parlamentare antimafia, vive sotto scorta dal 2003, dopo la scoperta del progetto di un attentato ai suoi danni da parte del clan dei Casalesi.
Dal 2014 al 2019 è stato presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e dal 2020 ricopre la carica di Procuratore della Repubblica a Perugia.
È autore di numerosi articoli sul quotidiano Il Mattino, di diverse pubblicazioni in materia giuridica e di saggi.
Tra le sue ultime pubblicazioni: “La coscienza e la legge” (con Vincenzo Paglia, Laterza, 2019)